Studio tedesco perché…, di Aurora Sanfilippo

Come pensano in molti il tedesco è una lingua difficile, caratterizzata da parole lunghe e suoni duri. Di conseguenza pochi se ne appassionano, trovandolo quasi impossibile da comprendere. Il motivo per cui a me piace, è proprio questo: perché non piace quasi a nessuno.

Il fatto che il tedesco sia una lingua poco apprezzata da noi interlocutori di lingue neolatine è un dato di fatto: la lingua più studiata in Europa, dopo l’inglese, è il francese, ossia una lingua caratterizzata da suoni  fin troppo dolci, al mio orecchio. Sebbene il tedesco rientri comunque a pari merito con lo spagnolo, alla domanda “perché studi tedesco?” nessuno risponde “perché mi piace” ma la risposta più comune è  “per ragioni lavorative”; quasi nessuno replicherà “mi piace perché è una lingua affascinante” oppure “mi piace come suona”.

Secondo me il tedesco è una lingua più incompresa che incomprensibile.

Le tanto temute parole lunghe del tedesco non sono altro che parole composte. La parola “das Haus” significa “la casa”; “die Haustür” significa la porta di casa. Mentre “der Haustürschlüssel” è la chiave della porta di casa. Questa parola lunghissima, dunque, non esprime altro che un concetto molto semplice.. Mentre in italiano utilizziamo ben tre parole, in Germania ne utilizzano solo una.

Non è l’unico caso in cui i tedeschi utilizzano una parola per esprimere un concetto. Vi sono, infatti, delle parole tedesche intraducibili, che descrivono concetti che in altre lingue verrebbero tradotti con molteplici giri di parole. Come ad esempio “Weltschmerz”, un dolore cosmico. Parliamo di quel senso di tristezza universale che abbraccia l’intera esistenza e quella del mondo. E’ è uno stato d’animo che si fonda sulla consapevolezza di non poter soddisfare, con gli strumenti limitati della realtà fisica, i bisogno della mente. Leopardi ed Heinrich Heine ne sapevano sicuramente qualcosa.

Un altro esempio è “Futterneid”: invidia del cibo altrui. Vi capita mai di andare al ristorante con qualcuno e di scoprire di avere voglia di mangiare esattamente quello che il vostro amico ha ordinato che voi avete “colpevolmente” evitato? Che ve ne siate privati per senso di disciplina o per puro caso, in questi casi vi sentirete irresistibilmente attratti dalla scelta del vostro amico, provando un senso di frustrazione.

Aurora Sanfilippo