Studio spagnolo perché…, di Martina Todesco

Da quando ho iniziato a studiare le lingue, una delle domande più comuni che ho ricevuto è stata: “Perché hai scelto lo spagnolo?”. Già, perché proprio lo spagnolo anziché il tedesco o qualsiasi altra lingua? A volte penso che la mia passione per lo spagnolo sia quasi innata; sebbene, cercando una risposta a questa domanda, ho realizzato quali possano essere le ragioni per cui ho deciso di studiarla e di scoprirne la storia e la cultura.

Ho iniziato ad apprezzare la musicalità e il ritmo di questa lingua grazie al ballo: all’età di sei anni mia mamma, da sempre amante della Spagna, mi iscrisse ad un corso di ballo latino-americano. Anche se non propriamente connesso alla cultura spagnola, grazie al ballo latino-americano ho iniziato ad ascoltare musica in spagnolo; ovviamente, a quel tempo, senza capirne né le parole né il significato. In un secondo momento  grazie alle serie televisive ispaniche che venivano trasmesse non stop sulla televisione italiana , come Il mondo di Patty e “Flor amate da tutte le ragazzine della mia età, in cui le canzoni venivano sempre interpretate in lingua originale; e infine è grazie ad un soggiorno a Barcellona con la mia famiglia in cui ho potuto apprezzarne, anche se per poco, l’arte e la cultura  che, nell’ormai lontano 2014, ho deciso di iniziare questo viaggio alla scoperta della lingua, cultura e storia spagnola.

Ad oggi, oltre ad essere la seconda lingua più parlata al mondo ed una delle lingue più utilizzate nel mondo degli affari, lo spagnolo mi ha dato tanto: mi ha permesso di conoscere persone nuove, come i ragazzi argentini incontrati per caso durante il mio viaggio a New York con i quali sono ancora in contatto; mi ha permesso di capire, finalmente oserei dire, i testi delle canzoni che ascoltavo da bambina, così da poterli cantare a squarciagola con le mie amiche, e mi ha permesso infine di scoprire una cultura così simile e così diversa allo stesso tempo, di conoscere un paese in cui prima potevo solo viaggiare e in cui oggi, invece, vorrei vivere.

Martina Todesco