La sessione di tesi di novembre, nella stagione delle nebbie, dei castagne, dei lunghi viali ricoperti da tappeti di foglie, conserva angoli di luce e promesse di futuro. In accademia ogni promessa di futuro si compie il giorno della discussione della tesi e della agognata proclamazione. E così è stato al Vittoria, tra sorrisi, attestati e commozione di rito.

In questa sessione i nostri futuri interpreti, traduttori e traduttrici hanno prestato particolare ascolto al rumore del tempo, scegliendo temi che chiamano in causa le sfide della contemporaneità. In primo luogo le strategie aziendali volte a produrre un ambiente di lavoro efficiente e inclusivo adottando strumenti quali lo storytelling. Ancora l’inclusività del linguaggio rivolta alla costruzione di una società con minori disparità di genere. E infine uno sguardo sulle vittime della sindrome post traumatica generata da esperienze di guerra; una realtà che affligge molte aree geografiche in cui la mediazione linguistica e i suoi valori sono messi in secondo piano.

La traduzione e l’interpretariato richiedono la perspicacia, la vivacità, l’ascolto tra le prime qualità e i nostri studenti hanno dimostrato di possederle nelle parole che hanno scelto di tradurre. Auguriamo a tutti loro che queste qualità, così a lungo esercitate negli anni al Vittoria, li accompagnino nel corso della loro carriera accademica e professionale.
