Di recente pubblicazione, l’ultimo lavoro del Prof. Frédéric Ieva, Illusioni di potenza, è dedicato alla fitta trama di relazioni diplomatiche intessuta dal Ducato di Savoia nel corso del Seicento. Un secolo in cui tornò a gravare l’influenza della corte di Versailles sul Piemonte, e le mire del cardinale Richelieu, che cercava di annettere il Ducato alla corona di Francia, mentre la dinastia regnante espandeva i propri domini attraverso alleanze, conquiste e matrimoni. In particolare, il volume prende in esame il periodo di reggenza di Maria Cristina di Francia, figlia di Enrico IV di Francia e della sua seconda moglie Maria de Medici, che il 10 febbraio 1619, a soli tredici anni, fu data in sposa a Vittorio Amedeo I, duca di Savoia. Durante questo periodo, Cristina, nota anche come Madama Reale, continuò la politica di espansione territoriale del ducato: nel 1638 acquisì il territorio di Pinerolo, importante centro strategico, grazie all’abile intervento del diplomatico savoiardo Umberto Solaro della Margarita; nel 1642, concluse il trattato di Cherasco, che pose fine alla Guerra di successione di Mantova e garantì al ducato il controllo su Monferrato. Inoltre, operò per migliorare la situazione economica promuovendo l’agricoltura, l’artigianato e il commercio, a partire dalla produzione della seta che attirò a Torino numerosi artigiani provenienti dalla Francia e dall’Italia settentrionale. Ma il Seicento, come documentato da Manzoni, fu anche il secolo della peste, che nel 1630 colpì anche il Piemonte provocando la morte di circa un terzo della popolazione. Cristina, in collaborazione con il Consiglio di Reggenza, cercò di arginare la diffusione della malattia e di alleviare la sofferenza dei sopravvissuti, organizzando ospedali e curando personalmente i malati. Tuttavia la ricerca si poggia sulla capillare e consistente rete diplomatica sabauda, presente in tutte le sedi europee, protagonista delle alleanze strette con altre potenze, come la Spagna, la Repubblica di Venezia, la Repubblica di Genova e l’Inghilterra, e capace di superare le molteplici minacce all’integrità territoriale del Ducato.
Uno saggio importante, Illusioni di Potenza, perché offre ai lettori un’accurata analisi del Seicento sabaudo, periodo ancora poco frequentato dagli studiosi, e perché rivela la storia dalla prospettiva della diplomazia, un’arte di cui oggi, nel tempo presente, si avverte l’assoluta necessità.