La sessione di tesi appena conclusa ci ha consegnato un clima di festa atteso da tempo, come dopo una stagione glaciale giunge finalmente il disgelo e il risveglio. La distanza a cui la DaD ci aveva relegati è lentamente sfumata, lasciando il posto alle voci e ai passi che hanno accompagnato il graduale ritorno dentro le aule, all’interno di spazi a noi familiari; e le ultime lezioni sono state accese dai colori tersi della luce estiva
Il giorno della discussione, quest’anno, ha dunque rappresentato un significato particolare: con un rito di passaggio abbiamo celebrato la conclusione di un percorso formativo che per gli studenti di questa generazione, e per tutti i docenti, è stato più in salita del previsto; eppure, come nelle scalate faticose e impervie, il raggiungimento della vetta ha riservato una gratificazione più intensa. Merito della passione, determinazione e curiosità che le nostre studentesse e i nostri studenti hanno dimostrato fino all’ultima ora di lezione, fino all’ultima revisione della tesi di Laurea. Un merito testimoniato, oltretutto, dalle 5 lodi ottenute con l’unanimità della Commissione, una di esse “con menzione e dignità di stampa”.
E così, immersi nella geometria di linee, colori e libri dell’Aula Magna, le discussioni ci hanno permesso di approfondire temi relativi alle identità culturali e linguistiche e a confrontarci su aspetti particolari delle traduzioni. Nella panoramica che gli studenti hanno delineato, ampia ed eterogenea, ci sembra tuttavia di poter cogliere un’attenzione particolare alle questioni più attuali e dibattute. Ne sono un esempio le tesi che hanno trattato il racconto che gli scrittori rifugiati offrono delle loro vite e il ripensamento della famiglia tradizionale attraverso le esperienze delle coppie omosessuali in Sudafrica. Oppure l’esplorazione dei territori dell’anima, a partire dallo scrittore che più di ogni altro ne ha abitato gli abissi, Fedor Dostoevskij, di cui ricorre il bicentenario della nascita. In chiave più moderna, l’anima è anche il ruolo che la comprensione dell’altro e le relazioni hanno nella costruzione di un’efficace direzione d’impresa. Infine l’indagine di un sentimento come l’ansia che, definito dal poeta Auden nel suo Age of Anxiety una cifra del Novecento, può essere riletto in chiave nuova e attualizzato.
Dopo le fatidiche proclamazioni e la consegna del “tocco”, i volti dei neo-laureati, senza più un’ombra di tensione, hanno dato il via ai festeggiamenti in compagnia di amici e familiari, e alle tradizionali foto di rito col capo ornato d’alloro. Non ci resta che salutare e incoraggiare le giovani studentesse e studenti, esploratori poliglotti del futuro, a proseguire con la stessa passione, determinazione e curiosità, e a far fiorire i loro strumenti linguistici, culturali e di “mimesi della realtà”, per plasmarne una (di realtà) che si avvicini il più possibile alla loro immaginazione.